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Inquinamento a Brindisi. Iniziativa europea di PeaceLink

giovedì 20 novembre 2014
Inquinamento a Brindisi. Iniziativa europea di PeaceLink Diamo notizia della nuova iniziativa che PeaceLink ha attivato presso la Commissione Europea, questa volta per difendere il diritto alla salute e all'ambiente dei cittadini di Brindisi.

Riteniamo che la Commissione Europea debba esaminare la situazione di Brindisi, alla luce della Direttiva Europea sulle Emissioni Industriali 2010/75/EU.

Brindisi è una bomba. Si può trovare nel suo ambiente ogni tipo di agente inquinante e l'impatto sulla popolazione è estremamente importante, come riportato nel Report BMC Pregnancy and Childbirth sulle malformazioni neonatali di bambini nati da madri che vivono a Brindisi.

Nella discarica brindisina di Micorosa, ad esempio, sono stati trovati - ne ha dato informazione l'Espresso - importanti quantità di agenti inquinanti: cloruro di vinile in quantità di 7,7 milioni volte oltre il limite; 1,1 dicloretilene 198 milioni di volte superiori al limite; benzene 50.000 volte oltre il limite, diossina 40 volte oltre il limite.

Con questa lettera, intendiamo inoltre portare all'attenzione della Commissione Europea il fatto che Brindisi sia sede di una serie di grandi impianti industriali, i cui effetti sulla popolazione sono critici e potenzialmente molto pericolosi.
QUESTO IL TESTO DELLA LETTERA E RELATIVA TRADUZIONE:
Commissioner Karmenu Vella
European Commissioner for Environment, Maritime Affairs and Fisheries Berlaymont
Rue de la Loi, Brussels
Brindisi, 19 November 2014
Dear Commissioner,
Brindisi is a town in the south of Italy, in the Puglia region, not far from Taranto, headquarter of Peacelink, which you know for the presence of the ILVA steel plant.
We address this letter to you to bring to your attention the fact that in Brindisi there is a series of large industrial plants whose effects on the population are critical and potentially highly dangerous.
In Brindisi there are two power plants that produce with coal, the biggest of which is the “Enel-Federico II (Cerano)”, the second one being the “Edipower”.
The Enel-Federico II (Cerano) plant has been defined by the European Agency for Environment as one of the most polluting plants of Europe and surely one of the worst in Italy, with a severe impact on people and a very important rate of CO2 production.
The Enel-Federico II (Cerano) plant produces 2400 million watts of energy per year, burning approximately 7 million tons of coal per year as well. The EAA highlights, in a study, that the thermoelectric plant of Cerano represents a real danger for health, in light of the polluting agents that a coal burning plant emits: thin particulate such as Pm10 and Pm2.5, benzo(a)pyrene, dioxins and natural radioactive isotopes. Particularly dangerous are heavy metals such as mercury, nickel, lead, arsenic and cadmium, responsible for a series of carcinogenic diseases.
In this link, a study of the International Society of Doctors for the Environment, ISDE, underlines the link between coal burning plants and cancer. (http://www.isde.it/Biblonline/relazioni/Centrali%20a%20carbone%20e%20tumori.pdf)
Brindisi is home also to other plants, “Versalys ENI”, “Basell Brindisi” and “Chemgas”, located within the so-called petrochemical pole, not far from the “ENIPower” gas power plant and the “Edipower” coal power plant. The concentration of potentially polluting sources, extremely dense, includes as well the pharmaceutical chemistry industry “Sanofi Aventis” and a storage base for LPG, “Luggage Coastal Adriatic”, just to name a few.
This industrial load of Brindisi is unbearable and incomprehensible for one city, where another critical element is represented by the huge landfill of “Micorosa”, an area of 1.5 million cube meters of toxic muds coming out of the production of the Petrochemical area plants and being buried over a surface of 44 hectares.
This area has become a dumping ground for hazardous industrial waste and highly toxic chemicals, where half million cubic meters of waste of all sort lie up to five meters deep.
In the underwater of Micorosa, important quantities of polluting agents have been found: vinyl chloride in a quantity of 7.7 millions times over the limit; 1.1 dychloretylene 198 million times over the limit; benzene 50.000 times over the limit, dioxin more than 40 over the limit.
The threat represented by the chemical pole consists also in the emergency torches of the Versalis ENI plant, that have been burning for several years with an important frequency, emitting into the air tongues of fire dozens of meters high and a dense black smoke. The Versalis ENI torches were put under sequestration in 2010, during an investigation conducted by the Tribunal of Brindisi, which led to 4 formal notices of investigation to several top managers of the company Polymers Europe (which in the meantime has become Versalis-ENI) and Basell.
The sequestration was suspended few months after, and the plant started to produce again using burning torches. Since then, the darting flames keep on emitting SO2, benzene and PAH.
Brindisi is a bomb. All sort of polluting agent can be found in its environment and impacts on population are extremely important, as reported in the “BMC Pregnancy and Childbirth Report” on neonatal malformations of children born from mothers who live in Brindisi. (http://www.biomedcentral.com/1471-2393/12/165). Many cases of cancer in different workers of the plants were referred to the competent national authorities, but found so far no answer.
Brindisi has been included since 1986 in area for high environmental pollution and it is part of the SIN (sites of national interest): the area of Cerano, where the ENEL-Federico II power plant is located, and of Micorosa landfill cannot be used for agriculture but a real study of cancer cases per area and of soil, underwater and air is missing! The relevant analysis have never been realised nor screening on the population has been conducted, even
if the high pollution and its evidence are obvious.
We believe that the European Commission should investigate in the situation of Brindisi, in light of the European Directive on Industrial Emissions 2010/75/EU.
We join to our letter a dossier to help your services identify at best our request. We stand ready to provide you with any additional information that you may need and seize the opportunity to ask you for a meeting on the issue.
Sincerely yours,
Marco Alvisi, Salute Pubblica Association
Antonia Battaglia, Peacelink
Alessandro Marescotti, Peacelink
Maurizio Portaluri, Oncologist in National Health Service Ornella Tarullo, Peacelink
Peacelink Taranto/Brindisi/Brussels a.battaglia@peacelink.it antoniabattaglia@icloud.com
Commissario Karmenu Vella
Commissario Europeo per l'Ambiente, gli Affari Marittimi e la Pesca Berlaymont
Rue de la Loi, Bruxelles
Brindisi, 19 novembre 2014
Egregio Commissario,
Brindisi è una città del sud d'Italia, nella regione Puglia, a pochi chilometri da Taranto, sede di Peacelink, che le è nota per la presenza dello stabilimento siderurgico ILVA.
Con questa lettera, intendiamo portare alla sua attenzione il fatto che Brindisi sia sede di una serie di grandi impianti industriali, i cui effetti sulla popolazione sono critici e potenzialmente molto pericolosi.
A Brindisi ci sono due centrali elettriche alimentate a carbone: la più grande è la centrale Enel-Federico II (Cerano), mentre la seconda è la centrale Edipower.
La centrale Enel-Federico II (Cerano) è stata definita dall'Agenzia Europea per l'Ambiente come uno degli impianti più inquinanti d'Europa e sicuramente uno dei peggiori in Italia, con un grave impatto sulla salute umana ed un alto tasso di produzione di CO2 .
La centrale termoelettrica Enel-Federico II (Cerano) produce 2400 MW di energia all'anno, bruciando circa 7 milioni di tonnellate di carbone. L’Agenzia Europea per l'Ambiente ha sottolineato, in uno studio, che questa centrale termoelettrica rappresenta un reale pericolo per la salute, alla luce degli agenti inquinanti che un impianto di combustione del carbone emette: particolato sottile come PM10 e PM2.5, benzo(a)pirene, diossine e isotopi radioattivi naturali. Particolarmente pericolosi sono i metalli pesanti quali mercurio, nichel, piombo, arsenico e cadmio,
responsabili di una serie di malattie cancerogene.
A questo link, uno studio della Società Internazionale dei Medici per l'Ambiente,
ISDE, sottolinea il collegamento tra gli impianti alimentati a carbone e il cancro. http://www.isde.it/Biblonline/relazioni/Centrali%20a%20carbone%20e%20tumori.pdf
Brindisi è anche sede di diversi altri impianti: "Versalis ENI", "Basell Brindisi" e "Chemgas", che si trovano all'interno del cosiddetto polo petrolchimico, non lontano dalla centrale elettrica a gas "ENIpower" e dallaa centrale a carbone “Edipower”. La concentrazione di fonti potenzialmente inquinanti, estremamente alta, comprende anche l'industria chimica farmaceutica "Sanofi Aventis" e una base di stoccaggio per il GPL, "Deposito Costiero Adriatico", solo per citarne alcuni.
Questo carico industriale che Brindisi sopporta è particolarmente gravoso e insopportabile per una città nella quale un altro elemento critico è rappresentato dalla vastissima discarica di "Micorosa", 1,5 milioni di metri cubi di fanghi tossici, provenienti dalla produzione del polo petrolchimico, che ricoprono una superficie di ben 44 ettari. Questa zona è diventata una discarica per rifiuti industriali pericolosi e sostanze chimiche altamente tossiche, in cui un milione e mezzo di metri cubi di scorie di ogni tipo si trovano stoccate fino a cinque metri di profondità.
Nella discarica di Micorosa, sono stati trovati importanti quantità di agenti inquinanti: cloruro di vinile in quantità di 7,7 milioni volte oltre il limite; 1,1 dicloretilene 198 milioni di volte superiori al limite; benzene 50.000 volte oltre il limite, diossina 40 volte oltre il limite.
La minaccia rappresentata dal polo chimico comprende anche il problema delle torce di emergenza della Versalis ENI, che sfiammano da diversi anni con rilevante frequenza, emettendo nell'aria lingue di fuoco alte fino a decine di metri e un denso fumo nero. Le torce sono state poste sotto sequestro nel 2010, nel corso di un'indagine condotta dal Tribunale di Brindisi, che ha portato a 4 avvisi di garanzia per diversi amministratori della società Polimeri Europa (che nel frattempo è diventata Versalis-ENI) e Basell. Il sequestro è stato sospeso qualche mese dopo, e l'impianto ha iniziato a produrre di nuovo con la modalità delle torce accese. Da allora, le sfiammate continuano a verificarsi sempre più spesso con emissioni di SO2, benzene e IPA.
Brindisi è una bomba. Si può trovare nel suo ambiente ogni tipo di agente inquinante e l'impatto sulla popolazione è estremamente importante, come riportato nel Report BMC Pregnancy and Childbirth sulle malformazioni neonatali di bambini nati da madri che vivono a Brindisi. http://www.biomedcentral.com/1471-2393/12/165. L’alta incidenza dei casi di cancro in numerosi lavoratori delle varie industrie é stata sottoposta alle autorità nazionali competenti, ma le denunce non hanno trovato finora nessuna risposta.
Brindisi fa parte dal 1986 nella lista delle zone di interesse nazionale per alto inquinamento ambientale (SIN). L'area di Cerano, dove si trova la centrale ENEL- Federico II, e la discarica di Micorosa non possono essere utilizzate per l'agricoltura, ma manca ancora un vero e proprio studio dei casi di cancro, di contaminazione di aria, terra e falda acquifera! Non sono mai state realizzate delle analisi rilevanti né condotto uno screening sulla popolazione, anche se l'elevato inquinamento ed i suoi effetti sono evidenti.
Riteniamo che la Commissione Europea debba esaminare la situazione di Brindisi, alla luce della Direttiva Europea sulle Emissioni Industriali 2010/75/EU.
Alleghiamo un dossier iniziale per fornire informazioni che supportino la nostra richiesta, rimanendo a vostra completa disposizione per fornire ogni altro dato necessario.
Cogliamo inoltre l'occasione per chiedere un incontro sulla questione.
Distinti Saluti,
Marco Alvisi, Associazione Salute Pubblica
Antonia Battaglia, Peacelink
Alessandro Marescotti, Peacelink
Maurizio Portaluri, Oncologo nel Servizio Pubblico Nazionale Ornella Tarullo, Peacelink






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