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Mangiare mediterraneo difende dai tumori

lunedì 8 febbraio 2016
Mangiare mediterraneo difende dai tumori  MILANO - Ogni anno, in Italia, si contano tra i diciassette e i ventimila nuovi casi di tumore del colon o del retto, un'incidenza che cresce con l'età e diventa più frequente dai 60 anni, raggiungendo il suo picco intorno agli 80 anni. È dunque una malattia più diffusa di quanto molti ritengano e conta oltre l'11% del totale dei tumori. Per fortuna, secondo le stime dell'Associazione italiana dei Registri Tumori (Airt), negli ultimi anni, la mortalità è diminuita, grazie a una migliore informazione, alla diagnosi precoce e ai continui progressi nella terapia.
LO STUDIO - Ma a fare davvero la differenza, contro il rischio di sviluppare questa malattia, è il modo di mangiare: quello mediterraneo, ricco di verdure e frutta, dimezza il rischio globale di cancro del colon-retto in uomini e donne. La buona notizia, o piuttosto la sua conferma, viene da un gruppo di ricercatori tutto italiano, dell'Istituto nazionale dei tumori IRCCS di Milano, guidato dal professor Franco Berrino, che ha pubblicato online i risultati dell'analisi della sezione italiana del più grande studio europeo sui rapporti tra cancro e alimentazione (lo Studio EPIC). Analizzando per oltre undici anni gli effetti di un'alimentazione di tipo mediterraneo sul rischio di sviluppare un cancro del colon-retto su ben 47mila adulti, gli epidemiologi italiani hanno notato che nei più assidui consumatori di frutta, verdura, cereali integrali, olio d'oliva e pesce, il rischio globale di cancro del colon diminuisce del 46% e si riduce addirittura del 59% quello di cancro del retto.
REGOLARITÀ - Si tratta di uno degli studi scientifici più "forti" mai condotti sulla relazione tra cibo e tumori dell'intestino, grazie all'alto numero di persone studiate, al lungo periodo di osservazione e all’uso di un questionario alimentare molto dettagliato. «Abbiamo osservato che la protezione dal rischio di sviluppare un cancro del colon o del retto non deriva da uno specifico gruppo di alimenti, ma dall'assumere con regolarità e varietà l'insieme dei cibi che costituiscono la cosiddetta dieta mediterranea italiana — spiega la dottoressa Claudia Agnoli, del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione della Fondazione IRCCS Istituto nazionale dei tumori di Milano e prima firmataria del lavoro —. Ciò si può spiegare, da un lato, con l'esistenza di interazioni tra singoli componenti della dieta e, dall'altro, con il fatto che, probabilmente, chi segue un modello alimentare di questo tipo ha anche uno stile di vita più sano e più attento al proprio benessere». In effetti, noi non mangiamo alimenti isolati, ma un insieme di cibi e nutrienti.
FIBRE A TAVOLA - Le abitudini alimentari, che gli epidemiologi dell'Istituto dei tumori di Milano hanno associato a un'elevata protezione dal rischio di tumore del colon-retto, comportano la presenza costante a tavola di alimenti ricchi di fibra, come verdure, frutta e legumi, e di pasta, importante fonte di carboidrati a basso indice glicemico. Purtroppo queste sane abitudini, anche nella patria della dieta mediterranea, sono sempre meno popolari. «In effetti, proprio nelle regioni del Sud d’Italia, l'alimentazione corrente è meno mediterranea di quella diffusa al Nord — conferma Claudia Agnoli —. In Sicilia, per esempio, abbiamo osservato un elevato consumo di carne rossa e di bibite gassate e zuccherate, che sappiamo essere associato a un maggior rischio di sviluppare tumori del colon e del retto». Come dire che, proprio nel Paese più "mediterraneo", a casa nostra, si corre il rischio di rinunciare a uno dei più efficaci scudi protettivi che la natura (e la cucina) ci hanno messo a disposizione.

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