COBAS BRINDISI : cassa integrazione Jindal
venerdì 30 settembre 2022

Il Cobas denuncia la terribile situazione in cui si stanno venendo a trovare i lavoratori dello stabilimento Jindal di Brindisi, che conta 244 dipendenti diretti e quasi 100 dipendenti dell’indotto tra cui quelli della TDE, in seguito agli aumenti del gas che ha portato la bolletta della società per lo stabilimento brindisino da 400.000 euro mensili a 5.100.000 euro avvenuto nell’arco dei 9 mesi del 2022.
La fabbrica è divisa in due parti, la parte vecchia Jindal 1 che utilizza il gas per la produzione,la parte nuova Jindal 2 che utilizza sempre per la produzione la energia elettrica. Solo adesso stanno provvedendo a montare pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni.
Il gas usato dalla azienda per poter svolgere le operazioni di produzione è aumentato di 10 volte ed ha costretto la società ad aprire il percorso della cassa integrazione ,in attesa di trovare soluzioni che riducano il costo delle bollette.
Le previsioni riguardo le bollette del gas parlano di un ulteriore aumento del 70%, quella della energia elettrica del 59%.
Il costo delle bollette sta quindi cominciando a mietere vittime tra i lavoratori delle fabbriche, nelle attività commerciali , nelle case dei cittadini con una prospettiva sempre peggiore
l nuovo governo deve affrontare efficacemente questa situazione con mezzi economici energici ed una spinta verso la pace in Ucraina ed in tanti altri posti.
In caso contrario la crisi per lo stabilimento Jindal di Brindisi , così come per tanti altri in Italia, durerà tanto nel tempo da portare alla chiusura permanente dello stesso , pur avendo ricevuto cospicui finanziamenti dalla Regione Puglia per un consolidamento produttivo ed occupazionale.
Se a questa difficile situazione aggiungiamo , secondo noi ,una dir poco opaca gestione aziendale ed una sfacciata collaborazione sindacale di alcuni stiamo messi proprio male.
E’ indubbio che la guerra in Ucraina ha determinato di fatto uno scontro mondiale producendo nuovi assetti geopolitici.
Sono certamente gli USA ad avere avuto un maggiore vantaggio economico di questa situazione.
Propongono l’acquisto di combustibili fossili da loro. Acquisti di gas che possono avvenire soprattutto attraverso l’utilizzo di navi rigassificatori con costi determinati da loro ,con una lievitazione dei costi semplicemente incredibile.
Va fermata immediatamente la guerra perché siamo alle soglie della terza guerra mondiale con la possibile distruzione dell’intero pianeta .
I lavoratori devono chiedere Pace e lavoro come si gridava negli anni cinquanta.
Brindisi 30.09.2022
Per il Cobas Roberto Aprile
Jindal Films, produttore indiano di imballaggi flessibili, aveva annunciato nel 2017, un nuovo impianto di metalizzazione con capacità di 10mila tonnellate annue nello stabilimento di Brindisi, che si aggiungerà a quello gemello messo in funzione la scorsa estate e già operativo a piena capacità, consolidando la capacità dello stabilimento brindisino nel fornire grandi volumi di film MET di elevata qualità, con un’adeguata flessibilità produttiva. Una volta completato, l’impianto di metallizzazione sarà messo in linea con quello di estrusione film larghezza 10,5 metri attualmente in fase di realizzazione.
Lo stabilimento Jindal Films di Brindisi occupa una superficie di circa 85.000 metri quadrati, di cui circa 40.000 coperti, dando lavoro a 200 persone. La capacità produttiva è pari a circa 35.000 tonnellate annue di film di polipropilene orientato di tipo coestruso, laccato e metallizzato.
Il gruppo indiano produce film orientato in polipropilene in Europa e negli Stati Uniti. Oltre a Brindisi, stabilimenti della società sono presenti a Virton (Belgio), Kerkrade (Olanda), LaGrange e Shawnee (Stati Uniti).
A febbraio, la società ha annunciato l’avvio, nel terzo trimestre di quest’anno, di nuova linea per film in polipropilene biorientato (BOPP) presso il sito di Jindal Films Europe a Virton, in Belgio, in sostituzione di una esistente (leggi articolo).
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