FERMARE IL GENOCIDIO E LA DEPORTAZIONE DEL POPOLO PALESTINESE
giovedì 15 maggio 2025

Vogliamo gridare la nostra rabbia contro il governo israeliano del già condannato Netanyahu e i suoi ministri, responsabili di genocidio, del blocco degli aiuti umanitari e denunciare la decisione di deportare la popolazione palestinese da Gaza.
Dopo 19 mesi di guerra, oltre 65.000 morti, il 75% dei quali costituito da donne e bambini, altre migliaia di corpi sotterrati dalle macerie o nascosti in fosse comuni, di stupri, torture e arresti, la popolazione è stremata dai bombardamenti, dalla fame, dalla sete, dalla mancanza di elettricità, di cure e medicine, dalla distruzione di case, ospedali, scuole, ecc.
Ricerche internazionali indipendenti stimano che le vittime dirette e indirette della guerra oscillano tra 120.000 e 450.000.
Il governo israeliano ha deciso di continuare la guerra, di stipare milioni di persone in un pezzetto di terra della Striscia di Gaza (come fecero i nazisti nel ghetto di Varsavia nel 1940) e deportare parte della popolazione in un luogo del nulla al confine con l’Egitto.
Gli alleati occidentali del governo israeliano, dagli USA del suprematista Trump, alla Commissione Europea di von der Leyen, fino ai governi nazionali dell’Unione, incluso il governo Meloni, non prendono iniziative alle Nazioni Unite, non esercitano pressioni diplomatiche, non adottano sanzioni economiche contro Israele, non reagiscono alle violazioni delle Convenzioni internazionali in difesa dei diritti del popolo palestinese, non danno esecuzione ai mandati di arresto della Corte Penale Internazionale.
Al contrario sostengono Israele attraverso finanziamenti, vendita di armi e tecnologie, collaborazione militare, partenariati con istituzioni, università e rapporti economici e culturali.
Il popolo palestinese, a differenza di quello ucraino, non ha nessun gruppo di “paesi volenterosi” disposto a fare qualcosa per salvarlo dal genocidio, dalla fame e dalla deportazione.
L’intreccio di relazioni, interessi economici e scambio di varia natura coinvolge anche la nostra regione. Abbiamo denunciato il ruolo non neutro che ricopre il Consolato Onorario Israeliano di Bari, presieduto da Luigi De Santis, imprenditore edile, le relazioni tra la Regione Puglia, le Università ed istituzioni israeliane, la presenza a Brindisi della Leonardo, il maggiore produttore di armi da guerra in Italia ed anche le produzioni di pezzi di aerei ed elicotteri per uso militare da parte di piccole imprese. Senza dimenticare il vertice dei capi delle aeronautiche militari che si è tenuto nella base di Amendola (FG) l’11/2/2025, a cui ha partecipato anche Israele, dove sono stati discusse il coordinamento tra le varie forze e le capacità operative e di attacco degli F 35 di ultima generazione.
Pertanto, siamo fortemente coinvolti nella guerra e nella produzione bellica che assicurano grandi profitti al complesso militare-industriale.
Occorre rivendicare la rottura delle relazioni economiche, dei partenariati, degli scambi culturali, degli accordi di ogni tipo per costringere lo Stato di Israele a cessare il genocidio a Gaza, a fornire immediatamente cibo, acqua, cure, medicine, elettricità alla popolazione, a ricostruire le infrastrutture indispensabili alla vita, a riconoscere il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese sulla propria terra e sulle risorse naturali.
Per queste ragioni abbiamo inviato ai Comuni, alla Provincia di Brindisi e alla Regione Puglia un documento con il quale chiediamo che le istituzioni più rappresentative delle comunità locali adottino pronunciamenti di “condanna e presa di posizione istituzionale contro il GENOCIDIO E LA PULIZIA ETNICA in corso nei Territori Palestinesi Occupati da parte dello Stato di Israele”. Tali pronunciamenti hanno lo scopo di esercitare pressione politica sul governo nazionale e sull’Unione Europea e rendere pubblica l’opposizione popolare alle politiche di guerra, distruzione, morte e riarmo.
COMITATO CONTRO IL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE, CONTRO IL RIARMO, PER LA PACE
Per le adesioni scrivere a brindisiperlapalestina@gmail.com
Facebook: Brindisi per la Palestina
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